Lo strepitoso film delle Spice Girls, 20 anni dopo

Il più grande fenomeno pop inglese dopo i Beatles in una pellicola totalmente folle, inafferrabile e sottovalutata.

Andrea Pagliano
10 min readJun 21, 2020
Sì, nel film c’è anche una bomba.

Nel glorioso 1998 l’Italia del Governo Prodi veniva ammessa fra i primi paesi dell’Euro, Marco Pantani dominava il mondo in bici, i terribili Cobas del Latte assediavano le autostrade coi loro trattori ed io impazzivo per le Spice Girls.

Non ero il solo, la “Spice Mania” era al suo picco: 85 milioni di dischi venduti (non streaming o visualizzazioni), 2 album e 8 singoli consecutivamente ai primi posti nelle classifiche di tutto il mondo, i Chupa Chups, la Pepsi, le copertine di Cioè, la Playstation, le bambole Mattel, la Spice Cam Polaroid, le zeppe, tutto a quei tempi parlava delle Spice Girls. Le mie compagne di scuola, 8 e 9 anni, giocavano a essere Geri Halliwell (Ginger), Melanie Brown (Scary), Emma Bunton (Baby), Melanie Chisholm (Sporty) o Victoria Adams in Beckham (Posh) alle feste o a scuola.

Nel mondo prima dei social media e della guerra in Iraq, le Spice Girls con le loro canzoni positive e colorate, riflettevano più di ogni altra cosa l’atmosfera allegra della società del periodo, in cui le cose sembravano semplici, al futuro si guardava con speranza e le ragazze erano sempre in giro a fare promozione, accompagnate da costanti folle adolescenziali come i Beatles 35 anni prima, ma al femminile. Tutta questa follia trovò nel film “Spice World”, in Italia “Spice Girls — Il Film”, il suo ultimo sbocco creativo.

All’uscita, nel gennaio del 1998, la critica di tutto il mondo non ci provò nemmeno a guardare il film e per avere un’idea del tenore medio dello sforzo interpretativo di quella italiana, credo possano bastare le parole che il decano Gian Luigi Rondi scrisse su Il Tempo: “Quel fenomeno pop che mi dicono essere le cinque signorine smaniose di passare alla storia con il nome di Spice Girls hanno fatto un film e con loro, qua e là, si intravedono, anche nelle parti di loro stessi, Elton John, Bob Geldof e Elvis Costello che forse, però, in un contesto simile preferirebbero restare anonimi”.

Nonostante il grande successo di pubblico, di questo film e delle Spice Girls si è discusso, anche a posteriori, come di un gruppo creato a tavolino, con un’estetica da bamboline e un femminismo utile solo a vendere caramelle e zatteroni Pininfarina alle ragazzine. Niente di più falso e anche questo film lo dimostra.

A proposito, c’è intero e in italiano su Youtube.

Ma di che parla il film delle Spice Girls? Parla del film delle Spice Girls, anzi parla dei film sulle Spice Girls.

Il primo è un documentario che una piccola troupe vuole realizzare in stile “dietro le quinte” sul grande show che il gruppo sta per fare alla Royal Albert Hall di Londra, il loro primo grande concerto dal vivo dopo anni di soli videoclip, dischi ed esibizioni tv. Il secondo film è quello che per tutto il tempo uno sceneggiatore e un produttore in cerca di soldi facili vorrebbero creare in stile 007/Mission Impossible con le Spice come protagoniste e che, in un incredibile e illogico passaggio, finisce poi per diventare il terzo film, quello che stiamo guardando noi. In mezzo invasioni aliene, cospirazioni giornalistiche, fantasmi, sogni, militari che ballano, inseguimenti, esplosioni, sequenze in tribunale, una bomba e molto altro.

La brillante e coraggiosa scelta di fare un film autoironico, surreale e assolutamente libero da ogni calcolo di natura commerciale, per un gruppo invece tutto commerciale, si ispira al primo fichissimo film dei Beatles, “A hard day’s night”, in cui veniva presa di mira l’isteria collettiva della “Beatle Mania”, con scenette divertenti che rilanciavano un’immagine meno educata e ingessata di quella che i Beatles mostravano nei primi anni di carriera. 34 anni dopo, il film delle Spice non solo omaggia e si ispira chiaramente a quel fenomeno, ma cerca anche di aggiungere qualcosa in surrealismo e comicità.

Baby e Ginger, con voi fino alla Revoluciòn

Il film inizia con la canzone migliore delle Spice Girls, “Too Much”. Scritta da tutte e cinque ma in particolare dall’insofferente Geri durante le riprese del film, la canzone è l’intreccio di cinque discorsi diversi sull’amore, le relazioni e i luoghi comuni di certe frasi che si ripetono continuamente nelle storie d’insoddisfazione di ciascuno di noi.

“L’amore è cieco per ciò che è visibile agli occhi, profondo ma senza senso, solo parole per me” inizia Mel B, “Avrei bisogno di un amico, una strada che non porti a niente”, segue Emma e così via tutte le altre, ognuna con un punto di vista diverso (“there’s no complication, there’s no explanation, it’s just a groove in me” è la miglior definizione di qualsiasi cosa per me) fino al ritornello che, oltre a descrivere molto bene le montagne russe dell’insoddisfazione umana costante nelle relazioni, può essere anche considerata una lettura della situazione di particolare stress emotivo a cui la popolarità e gli impegni quotidiani avevano sottoposto il gruppo e che nel film è forse l’unica trama sensata rintracciabile (che non a caso troviamo subito all’inizio):

Too much of something is bad enough / Troppo di qualcosa è già abbastanza male
But something’s coming over me to make me wonder/
Ma qualcosa mi sta facendo riflettere
Too much of nothing is just as tough /
Troppo nulla è altrettanto difficile
I need to know the way to feel to keep me satisfied /
Ho bisogno di sapere come sentirmi per restare soddisfatta”

Utilizzata nel film per i titoli di testa alla 007, “Too Much” ha anche un bel videoclip con omaggi ai film “Gilda”, “Poltergeist”, “L’anno del dragone”, “Mad Max” e “Batman — Il ritorno”, oltre a scene dello stesso “Spice World”.

Fra le Spice Girls e una vita di amicizia e divertimento a mettersi di traverso sono chiaramente gli uomini, veri antagonisti del film. Il produttore cinematografico, il manager del gruppo, il capo della casa discografica, il direttore del tabloid in cerca di scandali, tutti cercano di guadagnare dal fenomeno, manovrarlo e poi distruggerlo, riuscendoci anche a tratti, all’interno di una rappresentazione costantemente ridicolizzata di tutte le istituzioni culturali e commerciali con cui vengono a contatto le Spice (stampa, discografici, industria del cinema indipendente e non, un certo classismo britannico). Più di tutti e tutto, il consapevolissimo film delle Spice Girls prende in giro sé stesso e il gruppo di cui tratta.

MOMENTI MEMORABILI DEL FILM IN 10 FOTO

1) Con tutto il rispetto per Pretty Woman, in “Spice World” c’è la miglior scena di cambi d’abito degli anni ’90 con Mel C vestita da Victoria, Victoria vestita da Emma, Emma vestita da Mel B, Mel B vestita da Geri e Geri vestita da Mel C.

2) La foto di gruppo con gli alieni, che per 5 minuti invadono pacificamente il film

3) In una sequenza, che richiama un po’ quella dei cattolici ne “Il senso della vita” dei Monty Python, le Spice si immaginano 20 anni dopo (sospiro), casalinghe e con un sacco di figli. Alla fine, possiamo dire che Mel C ha fatto una figlia, Emma e Geri 2, Mel B 3 di cui uno con Eddie Murphy e quindi dal potenziale genetico inarrivabile, e Victoria ben 4 con David Beckham.

4) Il film decolla quando Victoria si mette alla guida del tour bus con i tacchi e, facendo decollare anche qualche auto, riesce a portare le Spice Girls al finale del film (esattamente). “Autisti della domenica ed è solo sabato!”.

5) Autobus che poi, per contenere il budget, vola in questo modo dal Tower Bridge aperto.

6) Il momento in cui, ospiti alla tv italiana, le ragazze si ritrovano a duettare con i California Dream Men, vera pestilenza della tv dell’epoca, per la gioia di Geri e il terrore di Emma.

7) Nella stessa scena, dopo alcune rimostranze sul cattivo gusto dei ballerini, il produttore italiano esclama: “E chi sfaccimma sò belli guagliuni!”

8) Fra i vari personaggi fuori di testa del film, come dimenticare il coreografo della scuola militare Mr. Step. Il ruolo era stato immaginato per John Cleese dei Monty Python, da cui però non è mai arrivata la benedizione.

9) Geri è un mago dei travestimenti, entra in una cabina telefonica ed esce come Bob Hoskins.

10) Il film si prende talmente poco sul serio, che sullo scorrere dei titoli di coda le Spice invitano il pubblico in sala ad ammoccarsi (abbandonarsi ad effusioni amorose con la lingua per il resto d’Italia).

CHI VINCE IL FILM?

Impossibile scegliere, vediamo le candidature.

Mel C che si cala dal tetto in stile Mission Impossible per fare gol a Subbuteo

Geri che risponde così alla domanda, “Vi piacciono i ragazzi?” , facendo incazzare i vescovi.

Victoria con la battuta/lezione: “I ragazzi bisogna ordinarli come si fa con la pizza. Bella pasta, alti e snelli, occhi verdi, belle scarpe e niente calzini corti”

”Pensate mi vedranno sempre così come la Baby Spice, la dolce innocentina anche quando avrò…(faccia disgustata) TRENTANNI?!

A dimostrazione del fatto che si può scherzare su tutto, Mel B vestita da Geri: “Girl power, il femminismo blablabla!”

Roger Moore nel ruolo del Capo delle Spice Girls (presumibilmente della casa discografica ma non si capisce) che si esprime solo attraverso perle quali: “Quando il melone maturo colpisce il muro, i corvi esultano per il pasto sicuro” o “Quando il leprotto del caos è rincorso dalle fiere del disordine lungo i campi dell’anarchia è tempo di attaccare i propri pantaloni al chiodo dell’oscurità. Anche se non sono più puliti.”

Il British Leyland Bristol VRTSL3 del 1978 a due piani ricoperto dalla Union Jack, meglio noto come Spice Bus, al cui interno ci sono altalene, una mini passerella per Victoria e ogni sorta di gioco e che, nonostante sia stato distrutto da una bomba alla fine del film, nella vita vera è stato salvato dall’abbandono in un deposito e da anni viene portato in mostra in varie città inglesi in occasione delle reunion dal vivo delle Spice.

LA PRESENTAZIONE DEL FILM A CANNES

E quale migliore cornice per presentare questo filmone se non il Festival di Cannes?

In un festival buio, vinto da “Il sapore della ciliegia” di Kiarostami e “L’anguilla” di Inamura e con altri film tutt’altro che allegrotti in concorso come “Il coraggioso” di Johnny Depp, “Funny Games” di Michael Haneke e “Tempesta di ghiaccio” di Ang Lee, a un certo punto arrivano in motoscafo le Spice Girls vestite da Grace Kelly e La Croisette giustamente impazzisce. Quando poche ore dopo, con la band di supporto incredibile di Simon Ellis, le Spice si esibiscono, davanti a loro hanno circa 10.000 persone.

Altro che conferenza stampa con l’autore.

E ’ incredibile come un fenomeno costruito e pianificato in ogni dettaglio abbia poi prodotto un film a basso costo (5,5 milioni per una mania di quella portata è niente), totalmente naif e persino sincero su quello che di lì a poco sarebbe successo. Dopo l’uscita del film, infatti, le Spice lasciano il proprio manager perché troppo stressate da agende impossibili, esattamente come nel film. “Spice World” è stato anche l’ultimo bel momento della carriera del gruppo. Alla fine di maggio del ’98, esausta dal rapporto conflittuale con Mel B, Geri lasciò le Spice Girls che, malinconicamente, provò senza grossa ispirazione a sopravvivere come quartetto senza di lei, che intanto non era più ginger nei capelli, negli abiti e nello spirito e cantava la discutibile “Mi Chico Latino” nelle piazze del Festivalbar.

Il modo originale, auto-ironico e colorato con cui le Spice hanno dominato il sistema pur essendone il fenomeno di punta, è stato totalmente incompreso. Certo, il “girl power” non era un metodo di lotta alle diseguaglianze di genere e sarebbe ridicolo pretenderlo dalle pop star, ma nel divertimento leggero totale delle canzoni e di questo film, le Spice hanno veicolato pochi ma semplici messaggi d’amicizia, uguaglianza e dileggio di un certo inquietante e oppressivo mondo maschile che nessun’altra pop star successiva è riuscita ad elaborare e di cui molte sono rimaste vittima (Christina Aguilera e Britney su tutte).

In pochi mesi hanno stravolto il mondo con due dischi pop perfetti, ridefinito gli anni ’90 con uno stile nuovo e un film di totale culto, invecchiato benissimo e perfetto per i giudicanti tempi moderni in cui tutti dovremmo prenderci molto meno sul serio e con un po’ di spezie in più.

Come bomboniera, una playlist imbattibile sul nostro gruppo del cuore.

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Umorista e fanatico di cultura pop e gelati. E il divagar m’è dolce in questo mare.

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